Le brevi feste e l’infinito pianto
Hai già provato delle umane cose
Donna gentil, che sotto il bruno manto
Immortali del cor serbi le rose.
Così Giacomo Zanella, poeta di Vicenza, descriveva l’incedere maestoso, il cuore, il carattere della nobildonna Andriana Zon.
Nata nel 1839, figlia unica del nobile Zon Andrea e della coltissima marchesa Teodora Carlotti. Per 25 anni fu dama di compagnia della regina Margherita.
Si sposò nel 1858 con il conte Alessandro Marcello, podestà di Venezia e deputato al Parlamento italiano. Donna colta ed intelligente, mantenne rapporti d’amicizia con l’abate Giacomo Zanella e fu in corrispondenza con personaggi illustri italiani e stranieri.
A Venezia, e nella sua villa di Mogliano Veneto, aprì le sue sale alle conversazioni degli uomini più colti, italiani e stranieri, poiché essa ammirava soprattutto, dopo la virtù, l’ingegno. Gabriele D’Annunzio nell’Epifania del Fuoco così la descrive:
(…) Passava la Bissona regale.
Come la Bissona passava presso la gondola, i due fecero atto di salutare. Riconoscendo il poeta di persephone e la grande attrice tragica, la Regina si volse per un atto spontaneo di curiosità; tutta bionda e rosea, frescamente illuminata da quel gran sorriso che pullulava inesauribile spandendosi nei pallidi meandri dei merletti Buranesi. Era al fianco la patrona di Burano, Andriana Duodo, colei che nella piccola isola industre educava un giardino di refe ove si rinnovellavano stupendamente antichi fiori. (…)
A trent’anni si trovò vedova e con sette figli, ma la sua forza ed energia la portarono a compiere una ardua impresa: nel 1871 fu promotrice della rinascita del merletto a Burano.
Andriana per studiare i punti antichi e riprenderne la lavorazione, si recava presso al palazzo dove veniva ospitata la regina Margherita a Venezia e con due operaie studiavano gli antichi merletti della regina, così fece anche con la collezione di Moisè Michelangelo Guggenheim (il più grande antiquario e mercante d’arte attivo a Venezia nella seconda metà dell’Ottocento).
Con l’aiuto di Paulo Fambri, fece risorgere a Burano, nella tranquilla isoletta della laguna, l’antichissima industria dei merletti; e centinaia furono le fanciulle che riuscirono a vivere di quel ricercato e delicato lavoro. Re Umberto volle premiare, per questo, l’intelligente gentildonna con la grande medaglia d’oro al merito industriale.
Come dama di Corte, la contessa Marcello accompagnava alle sue peregrinazioni la Regina che ammirava il fine tatto, e l’estesa cultura e il buon gusto dell’amica fedele.
Il Giornale per le famiglie ”L’illustrazione Popolare” uscito a Milano il 28 Maggio 1893, riportava questo articolo: “Nelle feste delle nozze d’argento, Sua maestà la Regina avrà ricordato, vivamente e con rimpianto, la perdita della sua più colta e intima amica, la contessa Andriana Marcello nata Zon, dama di Corte, morta a Venezia il 23 gennaio passato”.
Dopo la sua morte il 23 gennaio del 1893, il figlio (Girolamo Marcello), continuò l’attività della madre, quindi anche il nipote Alessandro e quindi i suoi figli continuano il suo interesse verso il merletto attraverso la Fondazione Andriana Marcello.